L’autore nel volume presenta i processi delle lettura e della scrittura analizzati nella storia e nel panorama dell’educazione. Un libro per comprendere che cosa vuol dire leggere, che cosa avviene nella nostra testa quando leggiamo e perché è utile imparare a leggere fin da piccoli.
Dopo uno sguardo sulla genesi della scrittura, è analizzato il modo in cui il nostro cervello legge, per trarne lezioni su come si possono aiutare i bambini a diventare lettori, anche quelli dislessici prima che incontrino le frustrazioni dei primi anni di scuola. All’inizio del percorso scolastico si assume che i bambini partano alla pari, ma non è vero.
Se un bambino vive in una famiglia dove i genitori sono analfabeti funzionali (e in Italia il 50% della popolazione lo è), con basso titolo di studio e non leggono nemmeno un libro all’anno, ci sono poche probabilità che abbia i prerequisiti necessari per diventare un bravo lettore. Soprattutto questi bambini devono essere aiutati prima di entrare a scuola. Qui è presentato un metodo elaborato dall’autore, che ha dato risultati positivi nella sperimentazioni condotte in alcune tesi di dottorato. Infine, il libro affronta i cambiamenti indotti dalla rivoluzione digitale sulla scrittura e sulla lettura, discutendo che cosa cambia, quali sono le abilità (digital literacy) necessarie in un mondo digitale e come il digitale può aiutare nel diventare lettori.
C’è un alfabetismo da ripensare per trovarle il giusto posto all’interno di una cornice mentale e sociale più ampia, quella rappresentata dalla media literacy (Maragliano).