Lunedì 11 novembre si terrà la prima edizione della Giornata Nazionale degli Abiti Storici, un’iniziativa istituita dalla legge 59/2025 che riconosce e valorizza le manifestazioni in abiti storici come parte integrante del patrimonio culturale e identitario italiano.
L’obiettivo della nuova ricorrenza è quello di promuovere le tradizioni locali, la storia e il tessuto sociale e territoriale del Paese, all’interno di una più ampia strategia del Governo volta a sostenere e tutelare un patrimonio di straordinario pregio, unico al mondo.
Le manifestazioni in abiti storici — dai cortei medievali alle rievocazioni rinascimentali, dalle sfilate borboniche alle feste popolari — rappresentano un volano per il turismo culturale, contribuendo a destagionalizzare i flussi e a rafforzare l’immagine dell’Italia come terra di bellezza, artigianato e autenticità. Gli abiti storici, frutto di competenze sartoriali raffinate e di tradizioni tramandate nei secoli, vengono così riconosciuti come una espressione tipica del Made in Italy.
In vista di questa prima edizione, il Ministero del Turismo ha lanciato un invito rivolto a Comuni, Regioni, teatri, sartorie e musei per raccogliere immagini e video in alta risoluzione che raccontino la varietà e la ricchezza delle tradizioni italiane. Ogni partecipante potrà inviare il proprio materiale — corredato da una breve descrizione della località, della tipologia di abito e della sua storia — all’indirizzo ufficiostampa@ministeroturismo.gov.it entro martedì 4 novembre.
I contributi raccolti saranno diffusi l’11 novembre sui canali social del Ministero del Turismo e confluiranno nel progetto “Viaggio negli Abiti Storici Italiani”, un racconto multimediale ospitato sul portale italia.it, dedicato a mostrare un’Italia “inedita e solida nelle sue radici”.
Inoltre, nella stessa giornata, tutti gli enti, le istituzioni e gli appassionati sono invitati a celebrare la ricorrenza condividendo contenuti, foto e iniziative sui social network con l’hashtag #GiornataNazionaleAbitiStorici.
Donne di Scanno ph. Umberto D’Eramo
