10 giugno 1924 il fascismo uccide la democrazia

18,00

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Autore

ISBN 9791281176355
N. Pagine 168

Descrizione

Il 10 giugno del 1924, giorno dell’assassinio di Giacomo Matteotti, segna lo spartiacque tra la fine dell’Italia giolittiana e il trionfo di Mussolini. Una data che si situa tra il colpo di Stato del 1922 favorito dalla monarchia e le leggi fasciste, fascistissime, del biennio 1925-1926. Nel centenario della morte di Matteotti, questo volume si lega al libro su Piero Gobetti editore e presenta in edizione anastatica il saggio dedicato al leader socialista pubblicato su La Rivoluzione Liberale, subito dopo stampato come pamphlet e che ebbe la tiratura di ben settemila copie. L’impegno di Matteotti si caratterizzò nella puntuale denuncia delle violenze del fascismo, per il rigore intellettuale, il rifiuto della retorica e la serietà non demagogica. Condivideva con Gobetti l’analisi di un regime che rompeva la continuità istituzionale. Matteotti era un socialista riformista con tratti di intransigenza assoluta. Dopo il 10 giugno 1924, è bene ripeterlo, l’Italia subì una svolta autoritaria che fece scuola in Europa e la dittatura si impose. Un pensiero originale di Matteotti è stato quello di aver auspicato già nel 1923 la necessità degli “Stati Uniti d’Europa”, suggestione poi ampliata da Carlo Rosselli e sviluppata al confino da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi nel “Manifesto di Ventotene”.

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