Informazioni aggiuntive
Anno | |
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Autore | |
ISBN | 9791281176638 |
N. Pagine | 266 |
20,00€
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ISBN | 9791281176638 |
N. Pagine | 266 |
Il 23 maggio 1779, nella città di Penne, scoppiò una rivolta popolare nota come Rivolta del Pane. Una folla di braccianti, contadini e artigiani, spinta dalla paura di una imminente carestia, assaltò le dimore di tre notabili locali chiedendo che il grano di loro proprietà fosse conservato in città, per garantire la sopravvivenza della popolazione.
Il giorno seguente, la protesta si trasformò in un vero e proprio movimento politico: il popolo costrinse il governatore di Penne e i rappresentanti civici a indire elezioni straordinarie, in cui venne scelto come capo esecutivo Don Giacinto Mazzaccone, esponente della classe civile (media), che riuscì così a sottrarre il potere ai nobili che per secoli avevano governato la città. Grazie a fonti inedite dell’epoca, tra cui i verbali giudiziari dell’inchiesta successiva agli eventi, questa pagina dimenticata della storia abruzzese viene oggi ricostruita per la prima volta in modo dettagliato. Le testimonianze rivelano che, se la fame fu la spinta immediata della rivolta, dietro le quinte Don Mazzaccone agiva con un progetto più ampio: ridistribuire potere e ricchezza, promuovendo uguaglianza, libertà e giustizia sociale.
Gli ideali illuministi che ispirarono le sue azioni erano gli stessi che animarono la Rivoluzione americana e, pochi anni dopo, la Rivoluzione francese. Sebbene limitata al contesto locale, la Rivolta del Pane di Penne rappresenta una delle prime manifestazioni dei principi rivoluzionari in Italia, un evento che anticipò i movimenti liberali e democratici che avrebbero attraversato la penisola per tutto l’Ottocento e oltre.