Foto Gaetano Basti
Sulla Costa Teatina la vacanza vuol dire ritrovare un mare dove praticare la pesca sportiva o il nuoto nelle calette, vuol dire ritrovare le foci ghiaiose dei fiumi, passeggiare sulle dune, riconoscere i colori delle praterie costiere. Mare, trabocchi e colline fiorite fanno da corollario a monumenti insigni e ovunque la costa teatina è un paradiso dei sensi, tra i quali non ultimo è il gusto.
Non a torto, questi circa sessanta chilometri di litorale, sono considerati i più belli d’Abruzzo, dove l’ambiente è un valore protetto tanto che molte località possono vantare il riconoscimento della bandiera blu, assegnato per la qualità del mare e dei servizi. Conosciuto come la Costa dei trabocchi, per via di queste fantasiose macchine da pesca, il litorale chietino è generalmente basso, con spiagge sabbiose interrotte da promontori, tra cui primo da nord la falesia di Torre Mucchia, la Pizzuta su cui sorge il Castello Aragonese di Ortona, il Cavalluccio in comune di Rocca S. Giovanni e altri fino a Punta Aderci e Punta Penna.
Le rupi di arenaria costituiscono il tipico ambiente della macchia mediterranea in cui spiccano la fioritura gialla della ginestra e gli arbusti della liquirizia, frammisti all’asparago, al finocchio marino, al capelvenere. Anche sulla costa bassa non manca una vegetazione di grande interesse con i fossi, scrigni di biodiversità vegetazionale e faunistica, e con ampi tratti boschivi tra cui la Lecceta litoranea di Torino di Sangro, raro esempio di bosco costiero che annovera specie vegetali ed animali rare e localizzate. Più a sud, sulle rive del fiume Sinello si estende il prezioso relitto del Bosco di Don Venanzio. Dopo Punta Aderci e le calette della costa vastese, San Salvo ci accoglie con il Giardino Botanico Mediterraneo.
Alla varietà del litorale si affianca la ancor più diversificata struttura della marina. Nei tratti prospicienti le punte, l’ambiente è densamente popolato di vita acquatica. Le rocce ospitano specie ittiche pregiate e organismi rari e protetti.
Tanta varietà fa della costa teatina l’habitat naturale di numerose specie animali, sia stanziali che migratorie. Non è raro incontrarvi la rondine di mare, il cormorano, i rapaci diurni o la tartaruga palustre, in specie tra le dune che vanno dalla foce dell’Osento alla Riserva di Punta Aderci.
Non si può concludere la descrizione ambientale del litorale chietino senza citare il Sangro che Strabone definiva “Sangrus magnus amnis”, elemento naturale di grande importanza sia dal punto di vista strategico che economico. Punteggiata di paesi per lo più collinari, la costa presenta insediamenti molto antichi che mostrano caratteri e assonanze mediterranee ed una disposizione al mutamento che rimanda ad un composito scenario culturale intrecciato in secoli di navigazione praticata oltre i confini dell’Adriatico.
In estate si svolge con cadenza biennale la manifestazione Calalenta un’iniziativa che Slow Food Lanciano propone per promuovere e sostenere una nuova cultura ambientale ed alimentare, valorizzando le specie ittiche dell’Adriatico con particolare attenzione al pesce azzurro e la piccola pesca, quale esempio di sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, promuovendo le meraviglie paesaggistiche della “Costa dei Trabocchi”, le antiche macchine da pesca care anche a D’Annunzio.