Foto di Gino Di Paolo
Il culto di San Sebastiano si diffuse in tutta Europa a partire dal IV secolo grazie al suo potere miracoloso contro i mali morali e fisici, ed era strettamente connesso con l’antica immagine di Apollo, come protettore contro le epidemie; i santuari dedicati a San Sebastiano erano collocati lungo le principali vie di comunicazione e ospitavano i pellegrini e i malati che imploravano anche San Leonardo e San Rocco.
San Sebastiano, che è stato in gran parte adorato in Abruzzo anche fra le corporazioni dei commercianti e degli artigiani, nato a Milano nel 262, si trasferisce a Roma per iniziare la sua carriera militare sin da quando era molto giovane; si dedicò alla predicazione, all’aiuto dei cristiani perseguitati, e favorì le conversioni al cristianesimo, ma fu accusato di tradimento e, dopo essere stato legato ad un palo, divenne bersaglio di frecce da parte dei soldati imperiali.
Il Santo fu salvato da Irene, una santa matrona romana successivamente, dopo aver rimproverato Diocleziano e Massimiano per la crudeltà contro i cristiani, fu frustato fino alla morte e sepolto a Roma; la leggenda del soldato romano convertito al cristianesimo che è morto come un martire è diventato l’icona latina di un nuovo eroe si è unito al culto pagano del Sol Invictus.
Il culto di San Sebastiano è diffuso in molti centri abruzzesi ma festeggiato in particolare nel paese di San Sebastiano dei Marsi nella piccola frazione di Bisegna.
Per approfondimenti sulla figura del Santo si consiglia la lettura dei volumi dedicati ai Santi Patroni: Un santo per ogni campanile di Maria Concetta Nicolai
L’articolo completo è stato pubblicato sulla rivista D’Abruzzo inverno 2016 n. 116
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