Cucina popolare frentana: tracce d’identità

da | Apr 7, 2022 | Enogastronomia, In evidenza | 0 commenti

Il secondo appuntamento del progetto annuale “Cucina popolare frentana: tracce d’identità” promosso da Gal Maiella Verde e Slow Food Lanciano, tornerà da oggi 20 aprile al 4 maggio per raccontare il meglio della cultura gastronomica del territorio teatino che da Lanciano guarda verso il primo entroterra fino alla montagna madre e alle colline del Vastese, un’area che può contare su un patrimonio immateriale autentico e profondamente legato all’agricoltura. Primizie della terra e riti che raccontano l’arrivo di una stagione capace di unire nel piatto ciò che resta dalla dispensa invernale con ciò che la natura offre.

Il secondo step di progetto sarà ospitato in dodici strutture, tra agriturismi e ristoranti, che si trovano a Lanciano, Altino, Casoli, Guardiagrele, Rocca San Giovanni, Palombaro, Pizzoferrato, San Martino sulla Marrucina, Scerni e Torricella Peligna che hanno sottoscritto il patto di comunità della cucina popolare frentana e che si ritrovano in determinati valori e modus operandi.  Attraverso il coinvolgimento dei protagonisti, la divulgazione di ricette identitarie e la proposta a tavola di menù espressamente pensati per la rassegna, sul doppio binario dell’esperienza concreta dentro gli agriturismi sul territorio e delle videointerviste pubblicate in rete Cucina popolare frentana ha l’obiettivo di restituire dignità ai saperi della tavola grazie a narrazioni genuine ed interpreti spesso non blasonati.

Ecco dunque che agriturismi e ristoranti che hanno sottoscritto il patto di comunità della cucina popolare frentana e che si ritrovano in determinati valori e modus operandi, diventeranno i primi ambasciatori di saperi e prodotti locali attraverso il dialogo ed attività specifiche con avventori e turistiIn particolare ciascuna struttura porterà in tavola un menù specifico a 30€ (con un calice di vino in abbinamento) realizzato in esclusiva per la manifestazione che si svolgerà dal 20 aprile al 4 maggio e che si ripeterà ciclicamente, nel corso dell’anno, in corrispondenza con il cambiamento delle stagioni. Tra i piatti proposti nell’edizione di primavera: pallotte cac’ e ove, frittatina con mugnoli selvatici, pizza “scima”, primi (rigorosamente di pasta fresca tirata a mano) e secondi proposti con carciofi, asparagi, erbe di campo, l’immancabile agnello, ma anche il capretto cucinati sotto il coppo con le patate e al tegame con formaggio e uova e diverse pietanze pasquali.

Parallelamente è partito da inizio anno il progetto di documentazione attraverso foto, video ed interviste che permetterà di raccogliere in digitale le testimonianze dei protagonisti, i racconti di originali e peculiari attività di preparazione di alcuni piatti, oltre che un vademecum con le 10 ricette identitarie della cucina popolare frentana.

Nei filmati, realizzati dal regista lancianese Francesco Enzo Testa, attraverso la ricetta, preparata con l’utilizzo di materie prime spesso molto umili, si parla di cibo, di come si produce e di come si trasforma, vengono raccontate preparazioni e rituali autentici ed adoperati gli antichi strumenti di cucina, dal coppo ai tegami di terracotta, mostrando in pochi minuti il valore intrinseco della civiltà agro-pastorale del territorio che dalla Majella orientale, la montagna madre, guarda il mare.

Le prime videoricette, girate nei campi e all’interno delle strutture, con le indicazioni su prodotti e preparazioni che arrivano dalla viva voce degli osti custodi, sono state pubblicate sul canale YouTube Cucina Popolare Frentana e contestualmente proposte sulle pagine social Instagram e Facebook facendo registrare interesse e curiosità.

A presentare l’edizione primaverile del progetto sono stati mercoledì 6 aprile, all’agriturismo Colle Tripio di Guardiagrele, Tiziano Teti, presidente del Gal Maiella Verde, Carlo Ricci ideatore del progetto e Raffaele Cavallo presidente di Slow Food Abruzzo.

“Il progetto sulla cucina popolare frentana – hanno spiegato i promotori Gal Maiella Verde e Slow Food Lanciano – non è solo uno strumento per fare memoria riscoprendo identità e legami con la terra e con il lavoro, ma anche un modo per costruire un cammino moderno di riscoperta della tradizione gastronomica, capace di stimolare sensibilità nuove e generare economia all’interno di un processo che porti alla conoscenza delle produzioni locali, degli operatori, di nuovi spazi di consapevolezza. Parlare di cibo significa parlare di salute, benessere, stagionalità, identità dei luoghi e del rapporto che lega gli uomini alla loro terra e fa nascere i prodotti più buoni.  Il nostro impegno e quello di tutti i protagonisti, che rappresentano il vero valore aggiunti del progetto Cucina popolare frentana – hanno concluso – è a sostenere e tutelare i piccoli produttori per non perdere la tradizione, raccontando al meglio il territorio frentano più autentico a partire da un ingrediente da proteggere, l’artigianalità, con l’obiettivo di custodire il patrimonio di saperi che esiste dietro a ogni piatto”.

Per partecipare all’iniziativa basterà contattare direttamente il locale scelto per vivere la propria esperienza enogastronomica e definire la prenotazione.

Di seguito gli agriturismi e ristoranti che aderiscono: Aia Verde (Pizzoferrato), Caniloro (Lanciano), Colle Tripio (Guardiagrele), Cuore Rosso (Altino), Fattoria dell’Uliveto (Scerni), Il Grappolo d’Oro (Lanciano), Il Vecchio Moro (Torricella Peligna), La Brocca (San Martino sulla Marruccina), Osteria La Frasca (Scerni), Trattoria del Pagano (Palombaro), Travaglini (Casoli), Za’ Culetta (Rocca San Giovanni).

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