I “VINCONTRI” nella cantina Vinco a Ortona

da | Apr 11, 2024 | Enogastronomia, In evidenza | 0 commenti

Si è tenuto ieri ad Ortona il primo dei “VINCONTRI”, un’importante serie di dibattiti per riflettere sul futuro vitivinicolo regionale, promossi da VINCO la cantina di spumanti da uve autoctone dell’Abruzzo. L’Abruzzo, con la sua ricca tradizione vitivinicola e la sua capacità di innovazione, si trova di fronte a una nuova era, dove l’attenzione alla sostenibilità, alla biodiversità e alla valorizzazione dei vitigni autoctoni sarà fondamentale per mantenere la propria posizione di rilievo nel panorama enologico nazionale e internazionale e nel pomeriggio di ieri sono stati numerosi gli spunti  di riflessione in materia. La discussione, animata da Fabio Piccoli, direttore di Wine Meridian, ha sollevato cruciali interrogativi sul vino abruzzese e il suo  adattamento alle mutevoli dinamiche di mercato, sul futuro del Montepulciano e sul ruolo delle bollicine autoctone. Il presidente di VINCO, Luciano Di Labio, ha sottolineato, infatti, la necessità di esplorare nuove vie per il settore, “senza mettere in discussione il glorioso Montepulciano d’Abruzzo che ha reso celebre l’Abruzzo nel panorama vitivinicolo” ma  le bollicine con il marchio Trabocco giocheranno sempre di più un ruolo centrale perché insieme promuovono l’identità del territorio.
Denis Pantini, Responsabile Wine Monitor di Nomisma S.p.A., ha portato dati illuminanti sul cambiamento dei gusti dei consumatori, evidenziando una preferenza crescente per vini più leggeri, sostenibili e versatili, come le bollicine autoctone. Questo cambiamento di tendenza, sostiene Pantini, offre all’Abruzzo un’opportunità unica per distinguersi nel mercato nazionale e internazionale, valorizzando i suoi vitigni autoctoni e sviluppando vini spumanti di qualità.


Alessandro Regoli, direttore di WineNews, ha affrontato il fenomeno delle bollicine sotto una luce sociologica, evidenziando il loro ruolo come simbolo di festa, convivialità e modernità e contemporaneità per la freschezza, per la gradazione e la loro versatilità, per “essere quasi un vino-non vino, tanto da arrivare a sostituirlo in tante occasioni di consumo, che sono ormai appannaggio esclusivo delle sole bollicine”.  Il marchio “Trabocco”, quindi, oltre a rappresentare un’opportunità commerciale, deve essere anche un’espressione culturale profonda, legata al territorio e alla sua identità unica.

 

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