Quando ci si accosta ad un artista con lo sguardo dei bambini, sempre si riesce a cogliere degli aspetti di quell’arte che solitamente sfuggono alla lettura comune. È interessante mettersi dalla parte dei bambini perché a loro non sfugge ciò che nell’arte è centrale, quella zona di detto e non detto, che sa comunicare ed emozionare, toccando gli strati più profondi dell’anima, facendola vibrare e risuonare. I bambini hanno la capacità di andare oltre le apparenze, andare al centro, dove l’arte sa parlare e si disvela per quello che è, nel suo messaggio più nascosto e vero.
Nella nostra scuola, con i bambini ci siamo avvicinati all’arte di Maurizio Romani, pregiatissimo artista di origini emiliane (Roteglia, 1955), che da diversi anni lavora in Abruzzo, cercando di penetrarne l’essenza, ma senza sforzo, lasciando scivolare e andare via tutto ciò che era accessorio, non necessario alla sua comprensione. “Amare è già comprendere” diceva Monet e noi, insegnanti e bambini ci siamo appassionati all’arte di Romani, scoprendone ogni volta un aspetto diverso, ma che sempre ci riportava al centro. La sua arte ci è apparsa e si è messa a nudo da sé, attraverso i suoi ciocchi di legno, pezzi irregolari di una realtà che si compone e scompone, sfuma davanti ai nostri occhi, dando vita a visioni di sogno. Le serrature senza chiavi poste sopra di essi, che ci hanno lasciato intravedere e immaginare dentro un nuovo mondo. Un cunicolo segreto all’interno dei suoi quadri e della sua arte, il deposito e il serbatoio di idee ed emozioni sedimentate nel tempo. Antiche e attuali allo stesso tempo. È proprio così che l’arte di Maurizio Romani accoglie dentro di sé lo sguardo dei bambini, o forse esso ne era già parte? Si sa che gli artisti sono molto vicini ai bambini, come sensibilità, spirito, sguardo, capacità di vedere con una vista potente, chiara, cristallina. Una delle prime cose che i bambini hanno osservato sono state proprio le toppe presenti in molti suoi dipinti: “Il quadro è un cassetto segreto” hanno detto (vedi l’opera Inconscio), “è un passaggio segreto”, nel quale l’artista “ha nascosto i quadri che ha pitturato”, specchio della sua intimità, quasi a volerli custodire e preservare, proteggere dalla fretta, dalla superficialità, dall’usura del tempo. Anche una summa della sua arte. Infiliamo la chiave, apro e… “C’è un tesoro d’argento…, una penna d’oro…”, qualcosa di PREZIOSO. Ci sono i fiori che piacciono a Romani… qualcosa che appartiene autenticamente a lui.
L’arte di Maurizio Romani ci ha condotti così verso il mistero, l’insondabile, l’ignoto, prendendoci per mano, fornendoci nuove chiavi di accesso alla realtà, senza svelarla mai completamente. Sempre rimane una zona inaccessibile dove il pensiero non può arrivare, solo lo sguardo si può spingere oltre, più in là, più in là.
E poi, la delicatezza delle cupole di vetro dentro le quali ci sono i fiori, le bocce con i pesci, l’acqua ingiallita dalla presenza dei petali colorati e delle foglie verdastre, che scolorano in essa. Le lumachine, depositate sul fondo, segno del tempo che scorre sulle cose fossilizzandole nella loro bellezza. Le biglie di vetro, magiche e trasparenti, oggetti di gioco di un tempo che fu ma sempre affascinanti. I fiori evanescenti che i bambini hanno associato a candeline tremolanti che illuminano il quadro anche al suo interno, quelli dalle tonalità pastello di Vie di fuga, assomiglianti a morbidi marshmellow… Ecco un altro dato interessante: I bambini legano l’arte alla loro esperienza, alle cose che conoscono. Edoardo, guardando l’opera intitolata Lieve come una piuma esclama: questa è la cassettina dove è nato Kung Fu Panda, lo hanno trovato qui, la mamma e il papà lo avevano abbandonato, ora un’oca è diventata il suo papà. L’arte per i bambini non è qualcosa di astratto, di slegato dalla realtà, ma è profondamente radicata in essa: maestra, ha detto Giuseppe, estirpando un ciuffo d’erba dal giardino della scuola, questo è il fiore del quadro di Romani. Una materializzazione dell’arte, che ha la voce delle cose vive, palpitanti intorno a noi. Oppure Riccardo: mi piace il quadro con il gelato perché somiglia al gelato vero.
E così sabato prossimo, 14 giugno 2025 La Galleria d’arte La Nuova Forma di Lanciano, ospiterà “Sguardi riflessi”, la mostra personale di Maurizio Romani in dialogo con le opere realizzate dai bambini, che rimarrà aperta fino al 28 giugno (in via O. Bocache, 6. Orari 10-13 /17-20, festivi su appuntamento). All’inaugurazione sarà presente l’artista, che si è reso subito disponibile per il nostro progetto. Un artista del calibro di Maurizio Romani… È stato un onore poter attingere alla sua arte! Per questa occasione La Galleria si vestirà a nuovo, di gioia, di luce e di colore. Tra gli innumerevoli abiti che negli anni ci ha abituati a vedere, ci apparirà in una versione davvero inedita: l’arte di Romani, dall’alto della sua statura illuminerà l’arte dei bambini e la sua verrà riverberata da una luce riflessa, quella dello sguardo limpido, autentico, puro dei bambini, che ce la renderà ancora più intellegibile. Un racconto a due voci, fatto di reciproche interazioni che non fanno altro che esaltare l’una e l’altra parte, rinforzandone e arricchendone il significato originario.
Grazie alla Dirigente Scolastica dott.ssa Barbara Gaspari dell’Istituto Don Milani, di cui la Scuola dell’infanzia S. Giusta fa parte, per apprezzare e sostenere il nostro cammino nell’arte e all’amministrazione comunale, sempre pronta a valorizzare i nostri interventi in direzione dello sviluppo della creatività per una società futura intelligente e critica. Ringraziamo Patrizia Testa per la preziosa collaborazione, co-ideazione, progettazione e cura della mostra, per metterci a disposizione il suo raffinato spazio culturale Galleria La Nuova Forma. Con l’augurio che i bambini possano diventare frequentatori abituali di “luoghi” di bellezza, concludiamo con una affermazione di Riccardo, 3 anni: grazie Maestro Maurizio Romani, “Sono molto belli i tuoi quadri, sono fantastici, perché li hai fatti con amore”.