La chiesa di Santa Maria delle grazie a Rosciolo dei Marsi

da | Apr 19, 2022 | Architettura | 0 commenti

“Quanti tocchi do io qui dentro a sorte, tanti passi fai tu verso la morte”.

Le lapidarie parole incasellate nel campanile della chiesa di S. Maria delle Grazie scandiscono il tempo del paese di Rosciolo dei Marsi. Dalla tavolozza del tempo, infatti, il suo fluire, come un pennello, dipinge la storia e le vicissitudini dell’edificio sacro. Le prime pennellate risalgono all’XI sec, con il dono, da parte del Conte Bernardo, del castello di Rosciolo con tutte le sue pertinenze al Monastero di S. Maria in Valle Porclaneta. Tra queste doveva molto probabilmente esserci anche la chiesa parrocchiale, seppur in forme e dimensioni più modeste, ad aula unica che verrà ampliata nei secoli successivi.

Ma S. Maria delle Grazie racconta molto di più. Racconta del XIII secolo e del meraviglioso portale trilitico, forse l’originario portale principale o forse proveniente da un’altra chiesa, magari la più antica S. Barnaba, quando gli abitanti dell’omonima villa all’ombra del Velino decisero di trovare rifugio tra le mura del Castello di Rosciolo portando “con sè la badia, i canonicani, le campane”.

La forza dei mostri serpentiformi rappresentati sui piedritti è esaltata dai vigorosi intagli dai quali si dipanano decorazioni vegetali miste a putti, leoni, serpenti, che si fanno più rade nell’architrave e convergono in una maschera dalle fattezze umane al centro.
Al di sopra, due leoni sporgenti e l’archivolto con foglie radiali incorniciano il portale. Continuando nella lettura dei segni del tempo, il portale principale è l’unica pennellata certa, l’unico segno ben definito della ristrutturazione del 1446. Infatti, come riporta l’architrave:

ANNO DNI. M.CCCC.XL.VI. AVE. M. PLEN MAGISTER JOHANNES ET. MARTIN. / FECERUNT HOC OPUS. 

 

Quest’opera è costituita da due colonnine tortili sormontate da capitelli con decorazione vegetale che sorreggono un arco a sesto acuto con una serie di lobature. All’interno, la strombatura è ottenuta tramite esili colonnine che sorreggono archetti e incorniciano la lunetta, nella quale sono rappresentati la Madonna con Bambino, che tiene la Terra, avvolti da un drappo sorretto da tre angeli. Ai lati due santi. Il portale fu solo una parte dei consistenti lavori effettuati nel XV sec. che videro anche l’ampliamento della facciata e la costruzione del rosone centrale. Quest’ultimo, in evidente connessione con la Scuola Aquilana che realizzò il rosone centrale della Basilica di S. Maria di Collemaggio, presenta 12 colonnine a raggiera terminanti in arcatelle trilobate delimitate da una cornice circolare scolpita a foglie d’acanto. 

L’articolo intero è stato pubblicato sulla rivista D’Abruzzo n. 137 | primavera 2022
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